Dalla tradizione grafica orientale, l’artista preleva il formato stretto rettangolare di Transition, momenti di un vecchio e sconosciuto video coreano. Sono acquetinte cariche d’inchiostro, in cui le velature si fanno
materiche pietrificando il valore iconico delle immagini. La permanenza in un luogo di culto e di grande rispetto per la figura dell’artista, in cui vi è spiritualità nell’accogliere l’opera d’arte nello spazio della galleria, ha rappresentato un significativo riconoscimento per una pratica, quella dell’incisione, fin troppo sottovalutata nel mercato dell’arte occidentale
e in particolare in Italia.
Allo stesso tempo, l’artista ha avuto modo di riflettere su nuovi modi di
osservare e leggere l’immagine. L’orientamento orizzontale e lento delle inquadrature conduce l’osservatore nella lettura cronologica della sequenza, lungo un filo continuo che parte dai particolari sovrapposti di un
corpo femminile e giunge alla fase finale, in cui la transizione (termine qui mutuato dal linguaggio del videomaking) è avvenuta.
(Massimo Bignardi)
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Transition
Acqueforti e acquetinte su cinque matrici di zinco
Eventi
In "Kameo", Museo FRAC, Baronissi (SA), 28 ottobre - 3 dicembre 2017 - Foto installazione - 1- 2
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