Il
mito delle sirene incanta la civiltà mediterranea, e quella
greco-romana in particolare, fin dalla notte dei tempi. Ma le
sirene e le divinità sorelle abitano i mari e la fantasia dei
popoli di ogni parte del mondo. Francesca Poto raccoglie il
canto di queste creature misteriose e ne ascolta la voce con
attenzione: il racconto di gesta, l'illusione affabulatoria,
ed infine la guida spirituale verso dimensioni altre della consapevolezza
e dell'Essere. Non sono infatti le sirene ammaliatrici ed ingannatrici
del mito di Ulisse che incontriamo tra i segni dell'artista,
ma piuttosto degli angeli silenziosi che indicano un percorso,
visibili o talvolta presenti solo attraverso un riflesso o l'alito
del loro soffio. Queste sirene nascono, dunque, da un lato da
un'osservazione istintiva e dall'altro dalla percezione fisica
che Francesca Poto ricava dalle acque di mari ed oceani di ogni
latitudine e delle miriadi di civiltà che sulle loro rive (e
nei loro fondali: Atlantide, Mu) sono esistite e le hanno generate
per esserne a loro volta rigenerate. E' infatti il mare il vero
continente del nostro globo, il legame universale tra isole
di terra, e le sirene sono i messaggeri che propagano da una
riva all'altra il seme della conoscenza e delle civiltà. Ecco
una di esse indicarci le acque gelide e la roccia cupa ed inospitale
di una "Bahia inutil" di un oceano remoto e meridionale che
non è solo un rinvio geografico ma, al tempo stesso, un segno
didattico di un'iniziazione spirituale. E in questo senso la
stessa sirena si spinge più a sud fin nelle solitudini antartiche
che (paradossalmente?) sono gli unici territori di questo universo
simbolico ad illuminarsi di una combinazione di colori che suggeriscono
un'apertura ed una realizzazione. E' forse questo il vero punto
di arrivo di questo viaggio? La conclusione felice di un percorso
iniziato tra un'allegria convenzionale di un occidente mediterraneo,
tra riflessi di una nordica opulenza o di malinconie sudamericane?
Non lo sappiamo: dovremo deciderlo da soli, al termine del nostro
itinerario individuale nel percorso che Francesca Poto ha evocato
per noi. Ma non è certamente un caso che anche il segno grafico
prescelto e l'iconografia iperdetermniata ci spingano in questa
direzione. Non è la levità fiabesca della creatura di Andersen,
né le opulente linee e la pesantezza di una polena di nave che
rintracciamo nelle sirene dell'artista. Ci troviamo, invece,
di fronte alla potenza trasparente di un essere etereo, alla
sua ombra fatta d'energia e, quando la creatura ci appare nella
sua pienezza, ci rendiamo conto che le sue linee richiamano
quelle degli angeli a guardia dell'Arca, quelle di una sfinge
alata, ed è qui che ci si rivela l'ultimo indizio: queste sirene
hanno lasciato il mare per l'aria per ricomprendere ed unire,
a beneficio dell'uomo, terra e acqua.
Siamo
particolarmente fieri di presentare un'artista, maestra nei
segreti dell'antica, ricca e impegnativa arte dell'incisione.
Francesca Poto è profondamente radicata nella tradizione italiana
e, proprio per questo, sa parlare al mondo e confrontarsi con
culture diverse, come solo la vera arte sa fare. In Canto, la
raccolta di incisioni dedicata alle sirene, sviluppa un tema
che l'artista aveva precedentemente affrontato lavorando con
il plexiglass, ottenendone degli interessanti esiti cromatici
e di luminosità. Queste incisioni non si distanziano da tali
opere solo per la tecnica (un rigoroso utilizzo di faticose
e manuali tecniche classiche come Bulino, Acquatinta, Acquaforte,
Opus Mallei, Rotelle, Berceau, Punta secca) ma anche per l'innovativa
evoluzione nell'approccio al tema: si passa dalla rotonda e
solare dimensione del mito greco ad una metafisica bicromia,
dalla flessuosa corporeità della sirena mediterranea alla sfuggente
ombra di una sirena che attraversa oceani e mari ad ogni latitudine
e dialoga con divinità affini.
Lucio
Izzo, Direttore Istituto Italiano di Cultura, Seoul
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The
myth of mermaids has since ever fascinated the Mediterranean civilization,
particularly the Greek - Roman one. But mermaids and their sister
goddesses crowd the seas and fancies of peoples all over the world.
Francesca Poto senses the singing of these mysterious creatures
and listens attentively to their voice telling deeds, deceitful
tales, and then spiritually guiding towards other dimensions of
awareness and Being. We do not find the luring and deceiver mermaids
of Ulysses' myth in the artist's drawings but some silent angels
tracing a path, visible or sometimes just present through the
reflex or breath of their blow. These mermaids are born then from
both an intuitive observation and the physical perception that
Francesca Poto draws from the waters of seas and oceans of any
latitude and from the thousand civilizations which have existed
on their shores (and in their depths: Atlantis, Mu) and have being
generated by them to be regenerated in turn. And it is actually
the sea the real continent of our world, the universal link between
islands of earth, and the mermaids are the messengers spreading
the seeds of knowledge and civilization from one shore to the
other. Here is one of them showing the icy waters and a dark and
inhospitable "Bahia inutil", a faraway and Southern ocean which
is not only a geographical indication but at the same time a didactic
sign of a spiritual initiation. And following this direction the
same mermaid goes further South up to the Antarctic solitudes
which (paradoxically?) are the only territories of this symbolic
universe which lighten up with a combination of colours suggesting
an opening and a fulfilment. Is this maybe the actual point of
arrival of this voyage? The happy ending of a course started within
the conventional cheerfulness of a Mediterranean West, the reflexes
of a Northern opulence or South American melancholies? We do not
know: we should decide by ourselves at the end of our individual
itinerary in the voyage that Francesca Poto evoked for us. But
it is not by chance that also the chosen graphic sign and the
hyperdetermined iconography push us in this direction. It is nor
the fairy lightness of Andersen's creatures nor the rich and heavy
lines of the figurehead on the ship's bow that we find in the
artist's mermaids. We are faced, conversely, with the transparent
power of an ethereal being, its shadow made of energy and when
the creature appears to us fully we realize that its contours
recall the Ark guardian angels, the winged sphinx, and here comes
the last clue: these mermaids left the sea for the air to reunite,
at man's benefit, earth and water.
We
are particularly proud to present an artist, master of the ancient,
rich and engaging art of engraving. Francesca Poto is deeply rooted
in the Italian tradition and for that she is able to speak to
the world and confront herself with different cultures, as the
true art does. In Canto, the collection of engravings devoted
to mermaids, develops a theme that the artist had previously tackled
working with plexiglas and reaching interesting chromatic and
light effects. These engravings do not differ just for the technique
( a strict use of classical hard hand techniques such as burin,
aquatint, etching, opus mallei, berceau, drypoint) but also for
the innovative evolution in approaching the theme: we pass from
the full sunny dimension of the Greek myth to a metaphysical two
colours dimension, from the willowy substantiality of the Mediterranean
mermaid to the eluding shadow of a mermaid crossing oceans and
seas at any latitude and dialoguing with akin deities.
Lucio
Izzo, Chair, Italian Cultural Institute, Seoul
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